ALESSANDRO MAGINI
Viola della notte
Monodramma in 4 scene su un’idea fissa
Genere strumenti solisti
Mezzi di esecuzione Viola
Data composizione Ottobre 2022 Durata 18.30
Dedicatari: Alberto Bologni
Produzione: Ema VInci
Data prima esecuzione
Marzo 2024
Luogo prima esecuzione
Salone monumentale, Biblioteca Marucelliana Firenze
Intitolazione dell’evento
Arco teso
Esecutori
Alberto Bologni
Editore: Emavinci Edizioni
numero standard EV304
Anno di edizione 2022
Editore discografico: EMARECORDS
Titolo dell’edizione discografica: in preparazione
Supporto: CD digitale
Esecutori
Alberto Bologni
Note all’opera
Scritto per Alberto Bologni. Il titolo è tratto da Sogno di prigione di Dino Campana:
Nel viola della notte odo canzoni bronzee. La cella è bianca, il giaciglio è bianco. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che muoiono nelle angeliche cune, delle voci angeliche bronzee è pena la cella bianca. Silenzio: il viola della notte: in rabeschi dalle sbarre bianche il blu del sonno. Penso ad Anika: stelle deserte sui monti nevosi: strade bianche deserte: poi chiese di marmo bianco: nelle strade Anika canta: un buffo dall’occhio infernale la guida, che grida. Ora il mio paese tra le montagne. Io al parapetto del cimitero davanti alla stazione che guardo il cammino nero delle macchine, su, giù. Non è ancor notte; silenzio occhiuto di fuoco: le macchine mangiano rimangiano il nero silenzio nel cammino della notte. Un treno: si sgonfia attiva in silenzio, è fermo: la porpora del treno morde la notte: dal parapetto del cimitero le occhiaie rosse che si sgonfiano nella notte: poi tutto, mi pare, si muta in rombo: da un finestrino in fuga io? Io che alzo le braccia nella luce!! (il treno mi passa sotto rombando come un demonio).
[DINO CAMPANA, Canti Orfici ]
La partitura si sviluppa in quattro parti concepite come azioni sonore di un Monodramma, nel quale il personaggio Viola si fa da tramite delle “visioni acustiche” campaniane, su una scena sinestetica che trasforma in pittura acustica le risonanze viola, bronzee, bianche, blu, rosse, nere, di un animo racchiuso nel biancore e proiettato nella luce. [A. Magini]
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