The Cold Song

Scheda di catalogazione

Nome Alessandro Cognome Magini

Titolo The Cold Song

Genere Musica da camera

Organico Violino, Pianoforte, Percussioni

Data composizione 2023

Durata 5’40”

Committente Trio Moderno

Dedicatari Alberto Bologni, Carlo Palese, Fausto Bombardieri

Produzione EMA Vinci Records

Editore: EMA Vinci Edizioni EV307

Anno di edizione 2023

Data prima esecuzione 19 marzo 2023  

Luogo prima esecuzione Auditorium Conservatorio Luigi Boccherini, Lucca

Esecutori Trio Moderno, Alberto Bologni (violino), Carlo Palese (pianoforte), Fausto Bombardieri (percussioni)

Intitolazione dell’evento Trio Moderno, musica contemporanea

Editore discografico EMA Vinci records, CD e video in preparazione

Esucutori Trio Moderno Alberto Bologni (violino), Carlo Palese (pianoforte), Fausto Bombardieri (percussioni)

Note all’opera

Nella semi-opera in cinque atti King Arthur, compare una delle pagine più sorprendenti di Henry Purcell, What power art thou (The Cold Song). Nell’atto terzo Cupido risveglia gli abitanti di un mondo ghiacciato e il Genio del Freddo intona, «What power art thou», in cui i brividi sono resi dal tremolo nella parte strumentale e nella voce, su ritmo ostinato (e non può non colpire l’assonanza col posteriore e celeberrimo IV concerto vivaldiano de Il Cimento dell’ Armonia e dell’ Inventione, Inverno, 1724-1725).

La presente riscrittura strumentale dell’aria di Purcell per il Trio Moderno prevede un’introduzione che inizia con un «rombo di tuono», dal quale scaturiscono i frammenti «ghiacciati» di cellule armonico-melodiche che progressivamente si ricompongono per dare avvio al canto del violino, sostenuto dal dialogo tra vibrafono e pianoforte, in una reinterpretazione timbrica giocata sulle riverberazioni e sull’inserimento di nuovi frammenti melodici derivati dal materiale originale. Il tentativo è quello di creare una «scena sonora» sostituendo la parola con una drammaturgia strumentale che ne evoca il senso. [A. M.]

HENRY PURCELL (1659-1695)

King Arthur, Atto IIII
Testo di John Dryden (1631-1700)
Prima rappresentazione, Londra, Dorset Garden, 1691.

The Cold Song (Cold Genius)

What power art thou, who from below Hast made me rise unwillingly and slow From beds of everlasting snow?
See’st thou not how stiff and wondrous old Far unfit to bear the bitter cold,

I can scarcely move or draw my breath? Let me, let me freeze again to death.

Quale potenza sei tu, che dal basso
m’hai fatto sorgere a malavoglia e lentamente
da letti di neve perenne?
Non vedi come rigido e decrepito qual sono, incapace di sopportare il freddo pungente,
riesco a muovermi a fatica o a tirare il fiato? Lasciami, lasciami gelare di nuovo fino alla morte.