Nome ALESSANDRO Cognome MAGINI
Titolo UN BELLISSIMO SILENZIO
Sottotitolo: Racconto d’inverno
Genere TRIO (melologo)
Mezzi di esecuzione Chitarra, violoncello, voce recitante
Data composizione 2008 Durata 39′
Nomi legati alla creazione dell’opera:
Testo: Sergio Givone
Committente: Luigi Attademo
Dedicatario: Luigi Attademo
Produzione: Ema Vinci
Data prima esecuzione 26 gennaio 2008
Luogo prima esecuzione Teatro Magnolfinuovo Città Prato
Intitolazione dell’evento Interferenze
Ente organizzatore: Assessorato alla Cultura Comune di Prato
Esecutori
Luigi Attademo, chitarra
Francesco Dillon, violoncello
Laura Croce, voce recitante
Editore: Emavinci Edizioni
Anno di edizione 2011 numero standard EV39 (www.emavinciedizioni.it/unbellissimosilenzio)
Editore discografico: EMARECORDS
Titolo dell’edizione discografica: Alessandro Magini – Musica da Camera Vol. 3
Anno di edizione 2010 numero standard 40013
Tipo di supporto CD
Esecutori
Luigi Attademo, chitarra
Francesco Dillon, violoncello
Laura Croce, voce recitante
Note all’opera
Questa partitura, nasce dall’incontro con la chitarra e nello stesso tempo con la scrittura del filosofo-scrittore Sergio Givone. Ad una prima versione per chitarra e voce recitante, segue questa rielaborazione che vede in scena anche il violoncello. Magini legge il testo del secondo romanzo di Sergio Givone, “Nel nome di un dio barbaro”, e ne attua una decostruzione narrativa che va a individuare due percorsi. Quello evocativo che, alludendo a episodi della storia narrata da Givone, esalta un’estetica e una poetica della contemplazione; e quello del viaggio – peraltro un filo rosso che lo stesso scrittore ha nascosto nella sua opera. Si tratta di un viaggio particolare, un ‘viaggio d’inverno’, che porta il lettore a confrontarsi oltre che con l’inverno del paesaggio, anche con la propria interiorità. Il richiamo a “Winterreise” di Schubert è esplicito e Sergio Givone dissemina volutamente riferimenti e citazioni ai testi del capolavoro schubertiano. Questo offre a Magini la possibilità di ricreare un percorso musicale – riscoprendo, attraverso l’uso del materiale tematico dei Lieder, i luoghi simbolici di questo viaggio schubertiano. Utilizzando alcuni gesti particolarmente propri della scrittura chitarristica e adottandone di nuovi, come nella citazione lontana (alla ghironda) dell’ultimo Lied “Der Leiermann”, dove si fa uso dell’arco sulle corde della chitarra. La musica di Magini fa da specchio alle memorie della narrazione, che riemerge di tanto in tanto dal paesaggio sonoro, diventando ora aforisma, ora epigrafe, ora sogno. [L. Attademo]
Il melologo si divide in due parti: la prima (traccia 10), con funzione di prologo, mantiene le caratteristiche del racconto (una sintesi della storia de “La vecchia Bumbass”); la seconda (tracce 11-36) è una sorta di “diario di lettura”, una rubrica ove sono annotati “frammenti” del romanzo di Givone, che – svincolati da una specifica logica narrativa – si susseguono come appunti poetico-musicali. La destinazione originaria del melologo, il teatro da camera e la diffusione radiofonica, ha determinato la struttura, l’articolazione e i “tempi” della partitura, che hanno esigenze diverse da quelli del puro ascolto musicale.
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