Arder sole’ nel freddo ghiaccio il foco (2016) Sei voci femminili (durata 2’20”)
Genere Musica da camera
Mezzi di esecuzione 2 soprano, 2 mezzosoprano, 2 contralto
Testo Michelangelo Buonarroti
Dedicatari Ensemble Les six voix solistes
Produzione Résonance Contemporaine
Data prima esecuzione, 20 novembre 2016
Luogo prima esecuzione Lyon (F) C.H. Saint-Jean-de-Dieu
Intitolazione dell’evento, Rencontres Contemporaines.
Esecutori Ensemble de Six Voix Solistes : Anne-Emmanuelle Davy, Sophie Poulain, Thi-Lien Truong, Christel Boiron, Caroline Gesret, Isabelle Deproit. Direttore, Alain Goudard
Editore EMA Vinci Edizioni EV160r
Anno di edizione 2016
Editore discografico EMA Records
Titolo dell’edizione discografica (in preparazione)
Note all’opera Nuove musiche per la poesia di Michelangelo Buonarroti e Pontus de Tyard
Arder sole’ nel freddo ghiaccio il foco fa parte di una serie di madrigali composti su poesie di Michelangelo Buonarroti (Caprese Michelangelo, 1475 – Roma, 1564) e del poeta francese Pontus de Tyard (Bissy-sur-Fley, 1521 – Bragny-sur-Saône, 1605). Queste composizioni hanno poi dato vita all’opera Il raggio ardente, per voci, recitazione, elettronica e video.
Le rime michelangiolesche, espresse in una lingua di rara bellezza, sono capaci di parlare anche all’uomo moderno e riflettono tutta la forza della cultura umanistica fiorentina d’impronta neoplatonica; una cultura dal valore universale che valicò ben presto i confini toscani per radicarsi in Europa, particolarmente in Francia. Non è un caso se l’umanista e poeta Pontus de Tyard (uno dei fondatori del primo movimento della storia letteraria francese, la Pléiade), trovò proprio nelle rime di Michelangelo un fondamentale punto di riferimento. L’antica forma del madrigale interpreta lingue poetiche fuori dal tempo, cercando di trasmetterne tutta la forza espressiva ed evocativa, nel solco del modo di intendere il suono della parola che caratterizzò la ricerca e la sperimentazione cinquecentesca della Camerata dei Bardi, anch’essa frutto di una cultura umanistica viva e feconda che, nel confronto tra “antichità” e “modernità”, seppe trovare nuove strade per interpretare il proprio tempo. [A. Magini]
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