Scheda di catalogazione
Nome Alessandro Cognome Magini
Titolo Les sauvages
Genere Musica da camera
Organico Violino, Pianoforte, Percussioni
Data composizione 2023
Durata 6’30”
Committente Trio Moderno
Dedicatari Alberto Bologni, Carlo Palese, Fausto Bombardieri
Produzione EMA Vinci Records
Editore: EMA Vinci Edizioni EV313
Anno di edizione 2023
Data prima esecuzione 16 Gennaio 2024
Luogo prima esecuzione Teatro Goldoni, Livorno
Esecutori Trio Moderno, Alberto Bologni (violino), Carlo Palese (pianoforte), Fausto Bombardieri (percussioni)
Intitolazione dell’evento La musica del mondo
Editore discografico EMA Vinci Records, CD e video in preparazione
Esecutori Trio Moderno
Note all’opera
L’ultimo atto de Les Indes galantes è ambientato nei possedimenti francesi e spagnoli in America settentrionale (all’epoca le Indie, cioè un paese esotico), dove gli ufficiali Damon e Don Alvar sono alla ricerca dell’indiana Zima, della quale sono innamorati. La fanciulla deve decidere tra i due spasimanti, ma per lei il francese Damon è troppo freddo e lo spagnolo Alvar troppo ardente. Zima preferisce l’indiano Adario. In una festa i due selvaggi celebrano il loro amore “di natura” che prevale sulle false lusinghe del progresso europeo. Trionfa l’ideale del “bon sauvage” non contaminato dai vizi dalla civiltà, così come teorizzavano Rousseau e Voltaire. Per questo lieto epilogo Rameau scrisse la Danse du Grand Calumet de la Paix, una delle pagine più celebri de Les Indes galantes, oggetto di numerose rivisitazioni nel solco delle quali si inserisce anche questa riscrittura per il Trio moderno di Alberto Bologni, Carlo Palese e Fausto Bombardieri.
La presente partitura è divisa in due sezioni. La prima è un’ampia introduzione dove le legnose sonorità dello xilofono, unite a quelle del violino e del pianoforte, rimandano al legno e alle fronde di quelle foret̂ s paisibles evocate dal canto di Zima e Adario. In realtà questa prima parte è intesa come un breve viaggio dall’incerto percorso. Infatti l’impianto armonico e alcune cellule melodiche fanno presagire la tonalità (sol minore) e la melodia della danza di Rameau, ma improvvisamente irrompe in scena, per un attimo, la sonata in sol minore di Henry Eccles1 che pare divenire il naturale approdo del viaggio. [Eccles, compositore londinese (1670-1742), contemporaneo di Rameau, fu violinista al servizio della corte di Francia proprio nel periodo in cui Les Indes debuttarono al Théâtre du Palais-Royal nel 1735]. L’improvviso cambiamento di rotta porta scompiglio nella navigazione del trio, ma il tentativo della sonata inglese di allontanare la danza francese fallisce subito e riprende così il progressivo avvicinamento al Grand Calumet de la Paix che finalmente si manifesta col ballo dei sauvages, preannunciato dal ritmo impresso dalle percussioni. Inizia quindi la seconda parte, vale a dire l’elaborazione per trio dell’originale partitura orchestrale di Rameau. Violino, pianoforte e percussioni, tripartite fra xilofono, vibrafono e toms, procedono in uno scambio delle parti che varia continuamente l’articolazione timbrica, insieme allo sviluppo di alcune parti melodiche. [A. M.]
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